Nuoto & Postura: facciamo un po’ di chiarezza.
Per anni gli ortopedici e altri specialisti hanno consigliato il nuoto a tutti coloro affetti da patologie o sintomatologia algica alla schiena, garantendo effetti benefici e miglioramento della propria condizione fisica, oltre che indicarlo come lo sport migliore per i bambini.
Da diversi anni però la letteratura scientifica si sta interrogando sulla reale utilità di tale sport a fronte di serie problematiche posturali e riguardo al corretto sviluppo dei ragazzi, sconvolgendo le aspettative e le linee guida fino ad ora indicate ed evidenziando addirittura una serie di alterazioni posturali nei soggetti che praticano la disciplina del nuoto.
Come è possibile quindi che quello che è sempre stato indicato come lo “sport completo” per eccellenza non sia in realtà ottimale per combattere i problemi alla schiena?
Il motivo è semplice: la posizione orizzontale del corpo in acqua. Vi è infatti una differente azione del vettore della forza di gravità sulla colonna vertebrale, la quale non si trova nelle condizioni di dover attuare quei particolari adattamenti che realizza nella posizione eretta per sostenere il carico e distribuirlo correttamente.
Come illustrato nella figura soprastante, in condizioni di ortostatismo il centro di gravità si trova sempre davanti rispetto alla colonna vertebrale, quindi la muscolatura del tronco risulta sempre tonicamente attiva.
Il baricentro inoltre giace su un asse che passa anteriormente all’articolazione dell’anca, impegnando i muscoli glutei per il mantenimento della stazione eretta.
Condizioni che non si verificano nella posizione orizzontale, tipica del nuoto.
Ecco che le curve della colonna vertebrale, nei bambini in età evolutiva che praticano esclusivamente il nuoto, non ricevono il carico adatto al loro ottimale sviluppo e, contrariamente a quanto sostenuto nei tempi passati, questi risultano fra i più affetti da scoliosi o atteggiamenti scoliotici. Come evidenziato da uno studio condotto da Milenkovic et al. (2012, “Frequency of the spinal column postural disorders among elite serbian swimmers”, Facta Universitatis, Series: Physical Education and Sport vol. 10, N° 3, 203-209) su nuotatori di elite serbi di età compresa fra i 13 ed i 26 anni, vi è un’alta incidenza di scoliosi, ipolordosi lombare, ipercifosi dorsale ed iperlordosi lombare.
Questa ricerca ha confermato ed approfondito quanto già sostenuto da Cebula et al. nel 2009 (“Posture in youths practising oriented training activity”, Scoliosis 2009 4:O23), nel cui studio esaminò ragazzi fra gli 11 ed i 14 anni dimostrando come i nuotatori fossero particolarmente soggetti ad una postura ipercifotica, fra i cui fattori determinanti c’è l’azione delle braccia.
Nel nuotatore infatti le scapole si trovano posizionate molto lateralmente rispetto al rachide vertebrale, questo perché la tecnica delle nuotate richiede che la mano vada ad agganciare l’acqua, nella cosiddetta “fase di attacco”, il più lontano possibile e con il gomito sempre più alto di essa (esclusa la fase di trazione del dorso). Tutte e quattro le tecniche di nuotata (delfino, dorso, rana e stile libero) ricercano un importante coinvolgimento della muscolatura del tronco, in particolare di gran dorsale e gran pettorale che hanno un’azione di intrarotatori sull’omero. L’assetto posturale che ne deriva èdunque caratterizzato da una lateralizzazione delle scapole, con conseguente indebolimento dei muscoli romboidi ed extrarotatori della spalla: tale condizione predispone l’atleta allo sviluppo della sindrome da conflitto o da impingement di spalla.
Ecco che cade un altro mito: “il nuoto raddrizza la schiena ed aiuta ad aprire le spalle”… non è propriamente vero, come ci dicono l’anatomia e gli studi scientifici. E per chi ribatte dicendo “Ma se faccio solo dorso, sto con le spalle aperte, mi fa bene alla postura…”, vale lo stesso discorso: il principale muscolo coinvolto è il gran dorsale, fra i più importanti intrarotatori dell’omero (Wirhed, “Anatomia del movimento e abilità atletica”, Edi-Ermes, II ediz.).
Che fare quindi? Proibire il nuoto ai bambini per evitare uno sviluppo posturale incongruo?
No. Ricordarsi che il nuoto, così come tutti quanti gli sport, va incontro ad alcune modificazioni posturali volte al miglioramento della “prestazione” (sia essa anche la risoluzione di un’azione motoria semplice), e che non è quindi la soluzione a tutti i mali: abbinare il nuoto ad uno sport terrestre potrebbe essere la scelta migliore per garantire ai bambini uno sviluppo ottimale e multidisciplinare.
Un adulto con problemi alla schiena non deve allora più mettere piede in piscina per non peggiorare la sua situazione?
Assolutamente no. Dipende dal tipo di problema, dalla sua condizione, dal lavoro che fa. La scelta migliore è sicuramente quella di chiedere informazioni precise al proprio medico e confrontarsi con gli altri specialisti del movimento affinché possano aiutarlo a trovare la migliore soluzione alla propria situazione.
Ricordate, “la forma è il risultato di strutture che si muovono”, quindi cerchiamo di muoverle nel modo più opportuno!
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